Le battaglie odierne dei sindacati

Il mondo del lavoro è cambiato – in peggio, è l’opinione comune – e così anche il lavoro dei sindacati.

Molte delle battaglie di civiltà portate avanti da queste organizzazioni insieme ai vari partiti politici dei rispettivi paesi sono, inspiegabilmente, non degli assunti ma ancora delle trincee sulle quali fare barricate.

Pensiamo al monte orario lavorativo settimanale, per il quale si discute ancora in Inghilterra, mentre nazioni come Belgio e Spagna hanno lanciato o stanno per introdurre la settimana corta. Oppure la pausa pranzo, intoccabile fino a pochi anni fa, che alcuni datori di lavoro tornano a voler intaccare.

Tutte le responsabilità del lavoro precario

Intanto, il successo della cosiddetta gig economy, che altro non è se non l’antico lavoro a chiamata, ha creato nuovi motivi di disparità e nuove ingiustizie da sanare: il salario minimo garantito, gli stipendi più bassi per le donne, il diritto a godere dei permessi per maternità e paternità.

L’obiettivo è quello di creare una società dove lo stipendio che si porta a casa a fine mese è proporzionato al costo della vita, in un’ottica di maggiore stabilità, non dovuta necessariamente al posto fisso, ma ad una maggiore dinamicità del mercato del lavoro.

In questo modo, oltre a pagare le bollette e l’indispensabile per andare avanti, ci si potrebbe concedere anche alcuni piccoli lussi, come una cena fuori, qualche ora di svago in una sala da gioco, su una piattaforma online tipo StarCasinò, qualche acquisto extra o una piccola vacanza.

Il tempo non dovrebbe solo essere dedicato al lavoro o alle incombenze familiari: anche la gratificazione derivata da un po’ di divertimento aiuta a recuperare le energie ed essere più produttivi.

È proprio per questo che bisogna che il lavoro dei sindacati e della politica continui, cercando di normare queste professioni che fino a oggi non hanno goduto nemmeno dei diritti elementari a riposo e malattia.